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un giorno alla casa di lui il tubatore a suonar clamorosamentle come soleva fare coi condannati a morte; e, quando il fratello ebbe mandato molti suoi amici a intercedere per lui, che, dopo tutto non aveva fatto nulla di male, gli disse : - tu hai mandato i tuoi amici a intercedere perchè li risparmi la vita; io faccio lo stesso: mi procuro molti amici perché intercedano per me presso il Re del cielo: la differenza sta in ciò, che tu ti preoccupi della vita corporale, io della celeste.


Lo spirito pratico di Bonvesino e la sua esperienza della vita si rivelano nei tre poemetti « della vanità », delle « zinquanta cortesie da tavola », e della vita scolastica, quest'ultimo scritto in versi latini, ed anche nel volgarizzamento dei distici di Catone sui costumi (de morihus), diffusissimi nelle scuole medioevali, che il buon maestro di grammatica aveva tradotto certo per uso de' suoi scolari e de' suoi colleghi.

Il volgare della vanità è un sermone in dispregio delle vanità umane, tema comune alla letteratura medioevale, corredato dai due apologhi esopiani del cane che, rincorrendo la propria ombra, lascia rimboscare la lepre, e dell'altro cane che, specchiandosi alla fontana, si lascia cader la