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xxv


Finalmente, stretto dalle argomentazioni e dagli inviti ora affettuosi, or minacciosi dell’anima raduna a consiglio le membra e a ciascuno raccomanda di far giudizio:


     el amonisce lo cor k’ el faza bon penser...
dapresso el dise ai ogi k’ illi no sian barater,
no sian boldi a vedher quel ke desplax a deo...
     entrambe le orege el prende a amonir
ke le vanitae del mondo no se deblan da a odir...
     la lengua et anc la boca el prend’ a magistrar,
k’ in consolar la gola no se deblan delectar...
     el amonisse le man k’elle no fazan rapina...
el amonisce li pei ke se guardan da ruina....

Senonchè le membra dan la colpa dei loro trascorsi al cuore che le governa, il cuore la dà agli occhi, i quali scattano seguiti da tutti i compagni che s’accordan nel dargli addosso:


se l cor fisse ben corregio segondo ke l’anima vore
zamai le oltre membre no haven fa ree ovre.

Come appendice a questo contrasto la visita dell’anima del peccatore e di quella del giusto ai rispettivi corpi sepolti: la prima impreca contro il "companion malvax" che l’ha perduta e data al demonio, e il corpo le risponde accusandola a sua volta di non essere stata abbastanza energica per ritrarlo dal peccato, l’altra loda, benedice e ringrazia il proprio corpo che ricambia i complimenti.