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xxiii


peccatore pentito che le si rivolge invocando picca dice Maria:

com te debl’eo receve, ti miser mal pario?
lo meo fiol dulcissimo si fo per ti tradhio,
batudho et implagao, beffao et starschernio...

e ricorda i patimenti di Cristo e il proprio dolore di madre. Ma l’altro la invita ad esser misericordiosa dacchè è pentito e le ricorda dover ella ai peccatori se fu glorificata e scelta per madre di Dio; e conchiude:


Tu he major servisij per mi aguadheniao
ka tute quelle injurie dre que tu he parlao;
adonca arregordate del ben tu he per mi trovao,
apreaso zò te dementega del mal k’è strapassao...

La Vergine perdona; e il poeta continua svolgendo per proprio conto gli argomenti del peccatore pentito e le ragioni che inducon la Madonna ad arrendersi a chiunque disperato sinceramente la invochi; e racconta la novelletta d’un contadino il quale, desolato per l’ingratitudine del figliuolo, invoca Satana perchè lo aiuti a darsi la morte: Satana viene e lo impicca; ma, quando sente stringersi il collo, il misero pronuncia il norme di Maria: Satana fugge, la corda si spezza ed egli è salvo.

Fresco, originale, ed anche denso di pensiero, è il contrasto dell’anima col corpo. Il Creatore esorta l’anima ad essergli fe-