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di papa Gregorio è riportata nel citato Decreto, luogo citato, capo VII. La contesa di precedenza tra le due Chiese di Milano e di Ravenna finì colla vittoria di quest'ultima. Ma gli scrittori milanesi evitano di dirlo. (102) La credenza, annota il Novati, che qui Bonvesino esprime circa l'origine del rito ambrosiano, che cioè S. Ambrogio stesso ne sia stato il fondatore era divulgata e indiscussa al suo tempo in Milano. Ma essa non risponde al vero, come non vi rispondono tutte le altre opinioni sostenute da scrittori antichi e moderni, specialmente da quelli che vollero riallacciare la ambrosiana alle liturgie della Chiesa orientale. I competenti giudicano oggi che essa altro non sia se non l'antichissima romana quale, nel primo secolo dopo Cristo, fu portata da Roma a Milano da chi primo venne a predicarvi il Vangelo. (103) Bonvesino confonde, attribuendo ad un Carlo, che dice figlio di Pipino e padre di Carlo Magno, l'ostilità contro il rito ambrosiano eche invece Landolfo attribuisce a Carlo Magno. E che quest'ultimo tentasse di abolirlo è opinione accettata dagli storici più autorevoli. (104) In realtà, il numero dei vescovi suffraganei della Chiesa milanese era ridotto a diciotto, e anche meno, già da gran tempo. Verso la fine del sec. XII erano i seguenti quattordici: Vercelli, Novara, Lodi, Tortona, Asti, Torino, Acqui, Brescia, Bergamo, Cremona, Savona, Ivrea, Alba, Ventimiglia. A questo tempo s'eran già staccati da Milano: Aosta e Coira, tra il 1073 e il 1085. Genova nel 1132 e Albenga nel 1179. (105) Anselmo da Baggio, già vescovo di Lucca, fu assunto al Pontificato col nome di Alessandro II, 10 settembre 1061. (106)