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la perfida capacità di esercitare, a danno de' loro concittadini, astuzie e violenze e preferiscono collegarsi cogli stranieri, combatter fra loro con inique armi per tiranneggiare gli altri, a disdoro della patria, piuttosto che vivere in pace, rispettandosi a vicenda, per favorire il progresso della città, conseguire l'egemonia su tutti i lombardi e una gloria trionfale. Coloro che, mentre potrebbero dominare le altre città della Lombardia, si adoprano a distruggere i concittadini per magnificare sè stessi, non tollerando che altri sia loro pari, e addentano come cani la grandezza della loro città spingendola quasi a ridursi in vergognosa servitù, coloro, mi sia lecito dirlo, non son degni neppure di pulire le scarpe ai milanesi. Guai agli scellerati, che movendo sulle orme di Lucifero, colla loro libidine di dominio tentano sconvolgere una sì grande città; guai agli altri che, imitando gli spiriti perversi, fautori di Lucifero, aderiscono alle fazioni e istigano gli empi capi a rovinar la patria. Guai ai religiosi che nell'ombra, favoriscon le sètte, e guai ai religiosi, indisciplinati favoreggiatori di coloro che, vaghi di dominar sui confratelli, quando fra essi trovano il male e si sentono incapaci a guarirlo, ricorrono ai potenti, al modo di Giuda Iscariota. Guai a coloro che volontieri apron le orecchie alle blandizie degli adulatori, benignamente li accolgono, e li secondano. Costoro sono autori di divisione e di discordia, e, se prima non si con- vertano