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conoscerla. Molto potrei ancor dire intorno alla grandezza di Milano, ma sono stanco, ho altre cose da fare, e desidero fermarmi qui. Il detto basti. Se qualcuno crederà che l'opera mia non sia in tutto perfetta mi sia indulgente perchè l'urgenza di alcune mie occupazioni m'ha costretto a pubblicarla prima di averla potuta definitivamente correggere. XV. - O Milano che nel linguaggio volgare potresti anche essere chiamata Mirano da mirare (112), chi pensa che tu da mirabile abbia a diventar miserabile, chi dovrà deplorare che tu coperta di lana sia dilaniata?... (113). Tu nutrisci nel tuo seno chi tenta dilaniarti con rabbiosi denti. Forse della tua turbolenza si compiacciono le città, sorelle per timore di dover esserti soggette, quando la pace accrescesse la tua forza. Bramose di renderti loro tributaria, mentre ti vedono così ammalata, non si péritano di minacciarti e istigarti, ti disprezzano e della tua malattia pazzamente ridono. O mirabil decoro del mondo, o città, ripiena di molteplici grazie, o città veneranda consacrata dal sangue purissimo di tanti martiri, chi son che presumono di inquietarti se non certi prepotenti tuoi cittadini che le dovizie di tutto il mondo non basterebbero saziare? Che cosa può mai inspirar loro tanta presunzione? Dovrò io dire che è l'invidia che li corrode e li irrita e li stimola ad ogni scelleraggine, o dovrò tacere? Silenzio. Spesso il tacere non fa male. Ma questo dirò: che certi invidiosi di questa terra, ignari di Dio e di sè stessi, hanno