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impossibile effettuare il suo orgoglioso disegno, deluso e triste, levò il campo. XVI. - Tre anni dopo assediò Parma [1247], ponendo ogni sua cura nel rafforzare l'esercito, e fondò, laddove si era accampato, una nuova città chiamata Vittoria. Ma Parma era valorosamente difesa da seicento milanesi e da trecento piacentini col legato apostolico Gregorio da Montelungo. Finalmente, coll'assistenza di Dio e il costante aiuto de' milanesi, si riuscì a battere le truppe di Federigo, moltissimi de' suoi soldati furono uccisi, moltissimi fatti prigionieri. Il carro dei Cremonesi detto Carroccio fu portato dagli stessi milanesi in Parma; fu presa la città di Vittoria, spogliata del tesoro di Federigo e di tutti gli altri beni, quindi da cima a fondo distrutta. Federigo, vergognosamente vinto, perduti tutti i suoi beni, riparò in Puglia, dove nel 1250, colpito da grave malattia, disperato, scomunicato, privo dei sacramenti, finì la sua vita, commutando, come dice la Cronaca (90), la sua morte carnale nella morte eterna. Solo alcune, non tutte, le valorose gesta dei milanesi ho brevemente narrate. Chi desidera saperne di più legga le storie ambrosiane. Ma perchè nessuno creda che io abbia deliberatamente taciuto le vergogne i danni sofferti dalla nostra città, sappia, e creda, se vuole, che, avendo io letto, o udito raccontare le imprese guerresche dei milanesi, quantunque abbia avuto notizia di molte avversità, non ho mai letto o inteso che, quando si son trovati a