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liati appartenesse, ma si può ragionevolmente supporne che, pur essendo stato terziario di quell’Ordine, abbia poi trovato più confacente al suo spirito veramente francescano la regola dei frati minori che non quella degli Umiliati dediti da gran tempo all’industria e al commercio della lana dove andavano accumulando ricchezze, e si sia fatto terziario di S. Francesco.

Avveniva in questi tempi un singolare risveglio della coscienza nazionale. Affascinato dall’ardente parola del fraticello d’Assisi, il laicato si andava in Italia infervorando alle opere di misericordia subentrando al troppo tepido clero sia secolare che regolare, coi suoi consorzi, le sue confraternite, le sue associazioni soggette solo nelle forme esteriori alle discipline ecclesiastiche, nel resto con piena libertà di iniziativa e di movimento; così era sbocciato il terz’Ordine francescano detto dei frati della Penitenza, così un terz’Ordine era venuto a rinsanguare la vecchia industriosa compagine degli Umiliati; niuna meraviglia che Bonvesino, così acceso di carità e di fede, si accostasse a più d’uno di questi collegi di laici devoti: e infatti s’ha notizia d’una terza associazione alla quale era inscritto, la confraternita dell’ospedale di S. Croce di Gerusalemme fuori di porta Romana, che solennemente lo accoglieva nel suo seno il 9 settembre del 1296.