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dal sole, non può superare 0",0003. Ora, se in luogo d'un triangolo astronomico considerassimo un triangolo terrestre, con gli angoli accessibili alle misure dirette, in forza del principio di proporzionalità fra l'area e la deficienza, l'eventuale deficienza di sifatto triangolo rientrerebbe necessariamente nei limiti degli errori sperimentali, sicchè, sperimentalmente, potremo ritenere che la deficienza in discorso sia nulla e conseguentemente sia valido nel campo sperimentale il postulato euclideo1.


GIOVANNI Bolyai [1802-1860].


§ 46. Insieme a Lobacefski divide la gloria della scoperta della geometria non-euclidea l'ungherese G. Bolyai, figlio di WOLFGANG Bolyai [cfr. § 29], ufficiale nell'esercito austriaco. Fin da giovinetto egli mostrò una meravigliosa attitudine per le matematiche, in cui lo istruì lo stesso genitore. Le lezioni di WOLFGANG attirarono presto l'attenzione di GIOVANNI sull'assioma XI, alla cui dimostrazione volle poi accingersi, trascurando i consigli paterni, che miravano a distoglierlo da tale impresa. La teoria delle parallele formò così l'occupazione favorita del giovane matematico, durante il suo soggiorno [1817-22] alla R. Accademia del Genio in Vienna.

In quel tempo GIOVANNI ebbe relazioni di amicizia con CARLO SZÀSZ [1798-1853] e nelle conversazioni dei due valenti studiosi germogliarono alcune di quelle idee che condussero poi Bolyai a creare la «Scienza assoluta dello spazio».

  1. Per il contenuto di questo § cfr. Lobacefski: «Ueber die Anfangsdründe der Geometrie. », a p. 22-24 dell'opera di Engel citata nella nota 77. Vedi pure le osservazioni di Engel a p. 248-252 della stessa opera.