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che ? pie tremando segna
l’orme incerte e ritrose?
Ferma, ferma, che ? volto impallidito
ridice il tuo timore. E pur non ami :
or dond’è’l tuo spavento?
Amin.Certo io noi so. Ma forse
qualche nume del cielo è qui disceso
a custodir l’addormentate membra.
Niso.Se maggior nume ha ? cielo
che la stessa beltà di quel bel volto.
SCENA IV
Narete, Niso, Aminta.
Nar.Ma ve’, Silvan, che ? capro
non ti fugga di man, se tu pur vuoi
dar la vita a Filin con le tue mani.
Amin.Egli è Narete.
Nar.E di’ lui che volando
riporti a Celia omai de l’amor suo
la felice novella.
Niso.Ahi, che novella?
che amor? che Celia? Or tu non odi, Aminta?
Amin.Taci, taci. — Ti salvi il ciel, Narete.
Ma che liete novelle
hai per Celia d’amor?
Nar.Che l’amor suo,
il suo bel capro è vivo.
Amin.Ah, ah!
Niso (Respiro!)
Amin.Quel capro che Filin già d’ogn’intorno
con si vezzose lagrime piangendo?
Nar.Morto ? credea ? fanciullo; e saria morto,
se tratto a le sue strida