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FILLI DI SCIRO
Non è perٍ ? tuo stato or, quai tel fingi,
senza speme e conforto,
che, se ben dritto miri,
Niso, costui che Tirsi
or mi di’ che si noma,
egli è pur tuo, né fia possanza umana
che tei ritoglia. Indissolubil nodo
strinse fra voi la fede;
e ben si puٍ talor porre ’n oblio
l’amor, ma non la fede:
la fé, cui Giove ha scritta
con la sua man folgoreggiante in cielo.
Clori.Ma, lassa, a me che pro?
Senza G amor la fede
è fune de la mano,
non è laccio del core. In questa guisa
troppo è duro il suo nodo:
per me sciolgasi pure. Ah lungi, lungi
da me la man che non mi porge il core!
No, no: vedi, Serpilla,
poich’io non ho ? suo amor, la fé non cheggio.
Serp.Anzi tempo disperi.
Tirsi morta ti crede, ond’a ragione
nel giovanetto sen poté raccorre
altra fiamma d’amore, e senza ingiuria
de la beltà, ch’estinta
fors’ha creduta, e pianta.
Ma quando ei vedrà pur che tu se’ viva,
ravviverassi il suo primiero ardore.
Clori.Ardor, cui spegner puote un lieve soffio
d’imaginata morte, oimè, Serpilla,
è ben languido ardore, ardor, di cui
poco o nulla mi caglia
s’è’ si ravvivi o mora.
Anch’io credei lui morto, e pure, schiva
d’ogni altro amore, amai