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toglie’? presto i sospiri? ed a che fine?
per parer forse sospirando amante?
Ma che dico io? non sono,
non son sospiri i tuoi:
chi d’amor non sospira,
sbadiglia, e non sospira.
Amin.Oimè, se i miei sospiri,
troppo veri sospiri,
questi che ’n larga vena
m’escon dal cor, ned io li cerco altronde,
gissen fuori mostrando
quel che ’n sé chiude il petto,
Nerea, Nerea, vedrian fors’anco i sassi
che questo cor, cui, nudo
d’amor, fallito appelli,
ei n’è perٍ di fiamme
si riccamente adorno,
che senz’aita altrui
puٍ ben aver in sé donde sospiri.
Ner.Odi novello Aminta,
di grembo alla sua Silvia
venuto or ora in Sciro !
Ve’ come ben s’adatta
a favellar d’amore!
Petto, cor, fiamme, amor, sospiri, omei,
queste son tutte voci
d’amoroso linguaggio:
cosí parlan gli amanti
là nel regno d’Amore.
Ma tu, quando giammai
fost’in quelle contrade?
ov’imparasti la natia favella?
Amin.Colà nel mezzo appunto
del bel regno d’Amore.
Quivi pur io fui tratto, e si m’aggrada
l’aer di quel paese,