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Per te, per te, Aminta,
o mal tuo grado avventurato Aminta,
per te (ma tu noi sai, ma tu noi curi),
per te nacque dal cielo
la bellissima Celia.
Tu noi mi credi? Mira
quegli occhi suoi lucenti,
questi occhi tuoi sereni :
tai ve gli ha dati Amor, perché tra voi
di vostre alme bellezze
sien bei vagheggiatori.
Quelle sue chiome intorte,
questi increspati crini
sembran pur nati solo
per annodar tra voi più forte il core.
Quella guancia pienotta,
cotest’ancor lanuginosa gota
son fatte a riposar G una su l’altra
le fatiche amorose.
La sua vermiglia bocca,
le tue rosate labbra
invitansi a carpir bocca da bocca
quelle purpuree fragole,
che ’n su le vostre labbra Amor matura.
Ma quel suo bianco seno,
non vedi come acerbo e tumidetto
sfida ai sospir d’Amore
cotesto forte e rilevato petto?
Codardo, e tu la sfida anco ricusi?
scortese, e tu lo ’nvito anco rifiuti?
empio, contrasti al fato anco d’Amore?
Amin.Oimè lasso!
Ner.E che dici?
Amin.Io nulla dico, oimè, sospiro appena.
Ner.Tu sospiri? Ma donde
il tuo fallito cor, nudo d’amore,