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ATTO SECONDO
acciٍ ch’ad ogni tempo ogni uomo il serva
per esca o per focile,
per mantice o per fiamma.
Oh che tenero core
nelle cose d’Amor mi die natura!
In somma io non sostenni,
né sosterrٍ giammai,
d’amorosa bisogna
esser pregata o ripregata indarno.
Aminta, eccomi presta:
farٍ quanto richiedi.
Ma ve’, figliuolo, oh quanto
più lietamente udrei cotesti prieghi
che per altrui mi porgi,
se per te li porgessi !
Insensato garzَn (forz’è ch’io ? dica,
ancor ch’ai vento i’ parli),
come senz’onta, come
senza sdegno, senz’ ira
di te stesso, vedrai
ch’un pastor peregrino,
un che l’altr’ieri appena
giunse in queste contrade,
un che qui non è stato
se non con gli occhi avvolti
infra gli orror d’una vicina morte,
abbia perٍ saputo
vagheggiar e bramar quella beltade,
cui tu, che se’ pur nato
con lei, con lei nudrito,
né pur anco mirasti?
Amin.Ah non son cieco!
Ner.Tu se’ ben losco almeno,
che losco e torto mira
chi la beltà mirata
non sa mandar dirittamente al core.
G. Bonarëlli, Filli di Sciro.