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cercando e non trovando certa bella donna da lui fervidamente amata, cosi ragiona : Ubi quaeram? ubi investigem? quem perconter? quam [insistami viatn? Incertus sum. Una haec spes est: ubi, ubi est, diu [celari non potest. Aggiunge il detto censore che «non v’ha sentimento più naturai di questo, essendo proprio d’una gran bellezza il tirare a sé gli occhi di tutti e di risplendere ». Sicché la ragione, per cui poté parergli affettato e non verisimile il sentimento qual’è ne’ versi, procederل da quelle traslazioni luce, lume e risplen- dere, quasiché a questo lume immaginario s’attribuisca la virtù del lume vero, che è quella di non poter nascordersi al guardo altrui. Ma s’egli condannٍ per questo il Bonarelli, si contenti ch’io dica per ،scherzo ch’egli mostrٍ di non vederci molto in tanta luce. Sono semplici, naturali, anzi direi oggimai tri- viali queste metafore (e le adopereremo con tutta libertà nel ragionamento famigliare ancor noi); né su loro si fonda il concetto. Ciٍ, secondo la regola altre volte da noi proposta, "si conosce, ponendosi in vece delle traslazioni il significato proprio del sentimento. A chi non parrà un concetto verisi- mile e naturale il dire: «tu porti negli occhi una tal vaghezza spiritosa, che non potrai celarti fra l’altre ninfe»? Vedasi ora questo senso con frase poetica, e il brio, la vivadla e la spi- ritosa vaghezza si chiamino luce, lume e splendor degli occhi: noi diremo lo stesso, ma più ornatamente e con frase non volgare, secondoché han da fare i poeti. Adunque, fondandosi non sulla metafora, ma sulla proprietà e sul vero interno della materia la beltà del pensiero, sussistendo questa ancor senza le metafore, né scherzando punto il pastore su quella luce né su quel lume, chi non vede che il sentimento è verisimile e vero, poiché supponiam come cosa certa che Clori fosse una bellissima ninfa, e più bella di tutte l’altre di quella contrada, onde sarebbe stata di leggieri osservata fra l’altre? E qui