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trionfٍ nelle lodi datele dalle penne francesi, oggi al pari delle spade gloriose, e specialmente nell’elogio del gran Car- dinale Duca di Richelieu, registrato da nions. Isnardi, il quale nella prefazione al Duca d’Orléans, dopo quelle notabili pa- role in lode della Filli (son sujet le plus divers et le mieux imaginé, qu’on ait encore veu par ois tre, a receu sa forme de ce grand Guidobaldo, pour qui ce genre de poésie a mérité la préférence entre tous les poètes italiens, bien que peut eslre ceux qui sont les passionnés pour la gloire du Tasse fie soie/it de notre party), soggiunge il giudizio di questo prudentissimo principe: « Ce grand Cardinal, au sentiment duquel tous les nostres se doivent assujettir, ne l’a-t’il pas honorée de son assistance et de son approbation? et ne luy a-t’il pas de sa Propre bouche donné ce glorieux éloge, que c’esioit la pastorelle la plus juste et la mieux travaillée qu’on eust encore veüe? Après un si raisonnable jugeme?it, en petit-Ofi faire des contraires sans vider le sens commun ou sans se préparer à une honteuse pali- nodie f» E certo pare che la Francia abbia mostrato tenerezza d’affetto materno nell’accarezzare le opere e la persona del conte, quelle per esser parto d’un ingegno addottrinato nelle accademie di lei, questa perché riconobbe la sua origine dalla stirpe de’duchi di Normandia, onorata alcuna volta coli’in- nesto de’ rampolli de’ monarchi di Francia. [Francesco Ronconi, dedica al cardinale Antonio Bar- berini dell’edizione di Roma del 1640.)

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«Nella conversazion delle Muse compose la Filli di Stiro, favola pastorale, indi la Difesa del doppio amore che nella detta favola osservossi, non mancando perٍ chi creda ch’egli prima componesse la difesa e poscia la favola, per apportare, insieme con la novità d’un doppio amore, un grande argomento della sua dottrina, essendo pieno il libro delle più sublimi materie scientifiche e delle più recondite erudizioni. [Lorenzo Crasso, Degli elogi degli uomini illustri, Ve- nezia, 1666, parte II, p. 99 e sg.]