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e rivolgi il desio verso chi t’ama,
che natura ed Amor tai leggi insegna.
Glauco
Assai mi pesa, o diva,
il non poter cangiar voglia e pensiero,
che non pria ? cieco arciero
saetta un cor, che di sua voglia il priva.
D’ogni dolcezza è schiva
alma soggetta a l’amoroso impero,
da quella in fuor che dal suo ben deriva.
Ahi lasso, a’ tuoi desiri
cosi volger potessi i pensier miei !
Come n’addolcirei
con la pietà ch’io cerco i tuoi martiri!
Ma poi che ciٍ mi vieta
dura legge d’Amore,
sostien’ch’io t’ami come
più posso amarti e come più vorrei.
Vivi almen di ciٍ lieta,
e nel doppio dolore
ch’or mi tormenta i tuoi desiri acqueta.
Circe
Come dunque tu vuoi
ch’io ministri a’miei danni altrui dolcezze,
se tu sei l’alma mia, se tanto io t’amo?
Dunque l’altrui bellezze
godran per mezzo mio de’ baci tuoi,
quegl’istessi ch’io bramo?
E qual legge d’Amore,
qual legge di natura, ohimè, comanda
che corra volontario a morte un core?
Che ben vi corre allora e ben s’uccide,