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Che s’agguagliar non lice
altra beltà a la beltà immortale,
e quanto è in terra è sol caduco e frale,
come puٍ far altrui lieto e felice
fuggitiva bellezza egra e mortale?
Una delle Grazie
Via men sereno giorno
Febo ne l’aria accende
di quel ch’arde e risplende
quando volge suoi rai Venere intorno.
A un raggio de’begli occhi
Giove depone i folgori mortali ;
a un soave sorriso
che da le labra sue placido scocchi
son le membra di Marte inermi e frali;
a un lampo del bel viso
tutti i raggi del Sol non sono eguali.
Or come a tanta altezza
osi portar, Amor, fragil bellezza?
Un’altra delle Grazie
Ella de’ vanti suoi mesta si spoglie,
né giri, a serenar l’ira di Giove,
per, le piagge del ciel beate e belle
con amorose prove
gli ardenti rai de le pietose stelle,
se bellezza mortai pregio le toglie.
Tutte le Grazie
Ahi che pur troppo cede
beltà mortale a la beltà celeste!
Cieco Amor nulla vede.