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Coro dell’aure
Di tue luci amorose
rivolgi misto con pietà l’ardore,
pria che fosco pallore
tolga a le labra tue le vive rose.
Apennino e ’l Chienti
Gioite pur, gioite
con primavera eterna,
mille grazie d’Amor, piagge fiorite.
Coro dell’aure
I
Chi non sa, chi non vede
che bellezza mortai tosto si perde?
Pianta che non rinverde,
a cui sol un april fugge e non riede.
Il Chienti
Ecco pur giunsi al fine
a riverir que’ rai
che di veder bramai.
Bellezze pellegrine,
chi fia che non v’ammiri e non vi cante,
se, di voi fatto amante,
sprezza il gran Giove in ciel l’aure divine?
Su, da la cava algosa,
mie ninfe, uscite, e qui liete con noi
riverite ancor voi
questa di mortai dee schiera amorosa,
fuor dai liquidi argenti,
dai spumosi cristalli,
a l’armonia de’ venti
tessendo dolci canti e lieti balli.