Pagina:Bonarelli, Guidubaldo – Filli di Sciro, 1941 – BEIC 1774985.djvu/27

ne le vermiglie rose,
nei candidi ligustri,
ne le dorate spiche,
nel sole e ne le stelle
le tue sembianze belle.
Ma, stolto! in van raggiro
gli occhi al cielo, a la terra:
veggio ben gigli e rose, e veggio il sole,
ma Celia non appare,
e senza lei non veggio
né colorati i fiori,
né rilucente il sole.
Oh di viva beltade
troppo morte sembianze,
troppo inculto pittore!
Vieni tu, Celia, vieni:
tu sola puoi compire,
tu sola a te simile, il mio desire. —
Odo io fischiar da lungi? È Niso, è desso;
e’ viene a la mia traccia.
A tuo bell’agio, o Niso; io qui t’aspetto.
Caro Niso! non puote
far senza me brevissima dimora.
Né fia che, mentre in Sciro
costui farà soggiorno, il veggian mai
lungi dal fianco mio le stelle ? ? sole.
Or che farٍ? come potrٍ celargli
i miei giri amorosi?
Si, si, vien, Niso, vien, segui il sentiere.
Io son novello amante,
ei seppe amar fin da fanciullo, e porta
in giovanetto sen canuti amori.
Meglio è ch’io me gli scopra:
saprà forse anco dar col suo consiglio
qualche aita al mio male.
Ma fia ch’Aminta, Aminta il cacciatore,