Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
vengon a ricovrarsi e l’ombra e l’aura,
di pastorali amori
scena tanto più cara
quanto meno aspettata
oggi vi s’apparecchia. Io (ben sapete
che nulla in terra a l’occhio mio si cela)
ciٍ scorsi, e ne gioii; ch’ove si tratta
di pastori e d’amori, il cor mi sento
tutto brillar nel petto, e degli eterni
giorni de la mia vita
i più cari, i più lieti, i più felici
furon quei che, lontano
da la reggia del cielo, errai tra’ boschi,
e ch’or al suon d’armoniosa cetra,
or d’incerate avene,
al sibilante spirto
pascer mi dilettai gregge ed armenti.
Ed oh come pur anco
soavemente l’anima lusinga
la memoria del loco,
onde lungo il Peneo,
dietro la bella fuggitiva indarno
lagrimando e correndo,
stillarmi in pianto ed in sudor fui visto!
Che se quelli, cui scelse
quaggiù la sorte a regger scettri e farsi
d’oro e di gemme intorno al crin corona,
sapesser quai tesori e quai dolcezze
ne l’ombrose foreste,
ne gli antri solitari il ciel nasconde,
ben io mi so che, volentier cangiando
i lor tetti superbi,
ne le capanne inteste
di vii alga e di canne,
fra le rustiche turbe,
qual più fee’io ne la trascorsa etate,