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di Tirsi e Filli, i duo ben nati amanti,
l’amorose fortune.
E voi, figlie de l’aere e de la luna,
rigatrici de’ fiori e de l’erbette,
mattutine rugiade, omai chiudete
le vostre urne d’argento:
non han più sete le campagne, ed hanno
assai bevuto i prati.
Volate, Ore veloci, e lievemente
de la scala ond’io poggio all’orizzonte
siate preste a varcar l’ultimo grado.
Seguite pur, seguite,
o de la dea di Cinto
luminose compagne, a l’armonia
de le spere rotanti
sul gran palco de l’aria i vostri balli:
e fra le liete danze
sciogliendo alto concento
da le musiche gole,
cedete il lume e date il loco al Sole.