Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
la riviera di Sciro,
dove rotto e battuto,
non senza alto destin, piegٍ pur dianzi
le sue lacere vele il legno trace?
Già vid’io (non è molto) il salso flutto
orgoglioso e superbo
contro i lidi del ciel si gonfio alzarsi,
ch’omai potuto avrebbe,
co’ pesci che di stelle hanno le scaglie,
guizzar nel mar vicino
il celeste Delfino.
E vidi or ora i lampi,
delle orride tempeste
corrieri arditi e spaventosi araldi,
con insegne di fiamma
minacciar d’or in or, scorrendo a prova
per l’ampia region l’isola tutta,
battaglie senza fine
di piogge e di pruine.
I tuoni strepitosi,
trombe de l’universo,
s’udian con rauca voce
quinci e quindi portar per la confusa
guerra degli elementi
le disfide de’ venti :
e i turbini co’ nembi,
procellosi guerrieri,
vedeansi in fier duello
ne’gran campi del ciel giostrando urtarsi:
e da saette alate
piover sangue di gel nubi piagate.
Chi fu, ditel, mortali,
che per nova dal ciel grazia concessa
poté di tai nemici in sé discordi
sedar le risse ed amicargli in pace?
chi mi rischiara il tenebroso volto?