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I PROLOGO DI G. B. MARINO NELLA FAVOLA PASTORALE DEL SIGNOR CONTE GUIDUBALDO BONARELLI.
La notte.
Fermate ormai, fermate,
rapidi miei corsieri, il vostro volo,
tanto sol ch’io comprenda
qual disusata è questa
meraviglia terrena, e quale in terra
vive virtù, possente,
in si brev’ora, a trasformare il mondo.
Godino pur più de l’usato intanto
de la lampa diurna il dolce lume
gl’ignoti di sotterra
popoli abitatori :
e voi, de la mia corte alate ancelle,
famigliuola volante,
sospendete e librate
(qual nel concetto già fèste d’Alcide)
su le terga d’Atlante
del mio carro immortai gli assi e le rote:
né spiaccia al biondo dio che vi distingue
ch’io ne’ partiti uffici
del termine prescritto, oltra il costume,