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ATTO PRIMO
quand’ecco duo pastori
quivi apparir correndo.
Clori.Or teco anch’io respiro!
Ma chi fur quei felici
dal ciel pietoso al tuo soccorso eletti?
Celia.Aminta di Sireno, il cacciatore,
e Niso, un forastiero
cui non conosci. Ahi lassa!
Clori.Ancor tu ne sospiri.
Celia.Ed ho ben onde.
Clori.Ma come quivi in si remota parte
condusse la fortuna
duo pastori ad un punto?
Celia.Era Aminta a la valle, ov’egli stava
presso ai lacci in agguato:
era Niso a la spiaggia, ov’in quell’ora
da lontane contrade
l’avea gittato il mare.
Ma, tratti a le mie strida,
fur quivi ambo ad un tempo. In arrivando,
scoccٍ l’un l’arco, e l’altro avventٍ M dardo;
né l’un né l’altro invano; onde il centauro,
leggermente ferito
a l’omero sinistro, al braccio destro,
poco sangue versٍ, molta ira accolse.
Qui s’appiccٍ tra loro
sanguinosa battaglia, ov’il superbo,
sdegnando che duo soli e già feriti
giovanetti pastor potesser tanto
regger al suo furore,
per far l’ultimo colpo, ond’ei credea
d’uccider ambo a un tratto,
alta l’asta vibrando,
arbor, ch’ebbe di me forse pietade,
fra gl’intricati rami
a lui di man la trasse. Allor, sentendo