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appunto le forme di quegli amori immaginari, che non se ne truovano al mondo, e che da’ nostri ragionamenti infin da principio sbandimmo. All’amor d’amore, a quel che va pel mondo, al più perfetto che talvolta si truova nel cuor delle genti, cotanta identità di volere non è di bisogno: lo abbiam già dimostrato. Quanto poi a quel che si chiede, ciٍ che sarebbe per far l’amante di più d’uno, se all’una delle persone amate buona o felice, ad altra qualche rea fortuna avvenisse, so ben io che con questa istanza, la quale è lor avviso che non abbia risposta, pare ad alcuni incontanente d’averci im- posto silenzio. Ma io rispondo che l’amante di più d’uno farebbe in questo caso quel che farebbe ciascun altro, il quale fosse da dui fortunosi e contrari accidenti sopravvenuto: e forse che la fortuna di cotali scherzi bene e spesso non è vaga? Rispondo che l’amante di più d’uno farebbe in questo caso quel che ? leale amante farebbe, s’all’unico suo amato qualche buona o rea fortuna ad un tempo avvenisse. Rispondo che l’amante di più d’uno, in questo caso, farebbe quel che faceva il Bembo, quando perciٍ con Amor lagnandosi dicea: A questa fredda tema, a questo ardente sperar, che da te nasce, a questo gioco, a questa pena, Amor, perché dai loco nel mio cor ad un tempo e si sovente? Ond’è ch’un’alma fai lieta e dolente insieme spesso, e tutta gelo e foco? Stati contrari e tempre era a te poco se separatamente uom prova e sente? Si che l’esser ad un tempo lieto e dolente non è cosa impossibile a niuno, ed è molto usata agli amanti. Né mi state a dir che ? Bembo parla poeticamente, là dove la buona filosofia insegna che due contrari non possono stare in un soggetto ad un tempo. Aristotate era filosofo anch’egli, e nel- YEtica, dove tratta contra la moltitudine degli amici, allega appunto questa contrarietà d’affetti di tristezza e di contento, a cui soggiacerebbe chiunque di molti amici abbondasse. La