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carnovale all’altro, che è appunto la stagione più acconcia al suo nascimento, di rado arriva. Or se la brevità e la fragilità della vita umana (la qual suoi pur anche alcuna volta durar sessanta e più anni) ha potuto indurre, non parlo dei santi di Cristo (che io non son qui a predicar la vita cristiana), ma i savi del mondo a non curar i suoi agi, a disprezzar le sue delicatezze, ad aver lei stessa a vile, come sarà che chiunque considera la brevità e la fragilità dell’amor, che vive cosi poco e sempre sta per morire, dell’amore non si disinamori? anzi che non prenda lo amor in odio? Ditemi, per vostra fé, voi che l’altrieri cosi ardentemente la bellissima Licori amavate, che non facevate per lei? per lei che non avreste fatto? Giostre, tornei, livree, poemi, sospiri, lagrime, incendi: gran cose facevate per lei, e maggiori anche per lei n’avereste fatte. Ma oggi che quell’amore è spento, che ve ne pare? So che, maravigliandovi spesse volte con voi medesmo, dite: com’esser puٍ che io avessi cosi pazzamente per colei perduto me stesso? E ve ne dolete, e fors’anche ve ne ver- gognate. Già quel gran servo d’amore, che d’amor si altamente cantٍ e pianse, quando il suo amor fu estinto riconobbe l’errore, e n’ebbe anch’egli vergogna e pentimento, dicendo: E del mio vaneggiar vergogna è ? frutto, e ? pentersi, e ? conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno. (Petrarca). Ma quel che oggi vi succede intorno all’amor di Licori, quello vi succederà domani nell’amor di Corilli. Oh questo non mai, direte voi; Corilli è ben altra di quel ch’era Licori. Ma quando lasciaste Amarillide per Licori, cosi anche pareavi che Licori fosse ben altra ch’Amarillide. Questo è l’inganno comune di tutti gli amanti, i quali non s’avveggono che il cuor lor muta luogo ma non fortuna. Amor, ovunque egli sia, è sempre amore, cioè fallace ed incostante: perٍ, sempre che il cuor vostro sarà innamorato, qualunque sia la persona