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FILLI DI SCIRO
Clori.
NlSO.
Oron.
Per.
Oron.
Mel·
Oron.
Niso.
Clori.
Niso.
Clori.
Niso.
Clori.
e con Dameta io vissi,
finché l’ultimo april tiepido il sole
rivenne a scior le nevi,
quand’entro una barchetta
un rapido torrente
m’ebbe portato in mare, u’ la fortuna
fé’ per me vela; e ratto, io non so come,
fui qui gittato al lido.
Signore, io mi dileguo;
il mio dolor m’ancide.
Ti fia tolto da lui, se non t’affretti,
l’onor de la mia morte.
Attendi a me, signor; lascia costei
almen finch’io sia morto.
Assai attesi e intesi.
Veggio che voi bramate
ambo la morte, ed ambo
or vi farٍ contenti.
Oimè, che fia, signor?
Taci, Perindo.
Ahi lasso, io vado ! Ah non fia mai che vivo
la mia morte io rimiri !
Ma vo’ ch’andiamo al tempio. Ivi conviene
che ’n più celebre luogo,
con più solenne pompa
l’alto voler del gran signor s’adempia.
Voi mi seguite, andiamo.
Oh Filli!
Oh Tirsi!
Oimè!
Signor, se vuoi che per tua mano io muora,
convien che tu m’ancida,
pria che costei, morendo,
da me l’anima involi.
No, no, se tu ferisci