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d’innamorato core,
di fanciullesco ingegno,
’ teme che, l’un l’altro cercando, al fine
sian conosciuti entrambo:
e perٍ vuoi che i fanciulletti amanti
credan l’un l’altro estinto. "
Oron.Ma come poi di Smirna
se’ tu venuto ad abitar in Sciro?
Mel.Crebbe il furor de l’armi,
e, per far la guerra al cielo,
venne a salire i monti.
Allora, ahi, quando i’ vidi
innondar d’ogn’intorno
turbe d’uomini armati;
quando vidi ch’errando
givan per le campagne
di feroci cavai superbi armenti ;
quand’udii per le valli
Eco, fatta guerriera,
sonar le trombe anch’essa;
co’ timidi augelletti,
con le innocenti fere
diemmi a fuggire, e venni
qui, dove gli avi miei
menar la prima etade.
Venni fuggendo in Sciro.
Ma dove, oimè ! si puote
fuggir quel che ? ciel vuole,
se d’ogn’intorno è’1 cielo?
Oron.E del garzَn?
Mel.Di lui
non ti so dar novella.
Niso.Se per desio de la sua morte il chiedi,
signor, non è lontano: ecco tu ? vedi.
Io son quel Tirsi, cui
diede Arbano a Dameta,