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Ilo FILLI DI SCIRO
lasciami poi la morte. t
Oron.Che ti sembra, Perindo?
Par a me ch’io ravvisi
in più maturi aspetti
que’ teneri sembianti.
Niso.Forse, o Filli, ti duole
che, reo de la tua morte,
per altra colpa i’ muora?
Clori.Forse, o Tirsi, ti duole
che, per tua man ferita,
per altra mano i’ muora?
Per.Odi tenzَn d’amor: certo son questi
que’ pargoletti amanti.
Mira con esso loro
com’egli è fatto grande
l’Amorin, che fanciullo
pargoleggiava in Tracia.
Amor è che gli trae (non te n’avvedi?)
l’un per l’altro a morire.
Oron.Or tu, fanciulla,
dimmi, come ti nomi?
onde se’? di cui figlia?
Mel.Clori costei s’appella, ed fo Melisso.
Ella è mia figlia, ed ambo
siam de’ campi di Smirna.
Clori.Clori di Smirna, e figlia
mi chiamai di Melisso,
mentre io volea sotto mentite insegne
fuggir la morte. Omai
non son più Clori, no, son Filli; e sono
quella Filli, che ’n Tracia
fu già nudrita un tempo:
quella Filli, di cui
bramٍ cotanto il tuo signor la morte.
Altro di me non so; ma ciٍ ti basti,
s’altro da me non vuoi, se non ch’io muora.