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ATTO QUINTO II3
abbandonata amante,
non ho già donde caglia
del mio sdegno a colui,
cui del mio amor non calse.
Niso.Oimè!
Clori.Ah Tirsi, ah Tirsi!
? AR. (Filli dianzi costei, or costui Tirsi?)
Clori.D’amorosi sospiri
falseggiatore industre,
se’ tu che piangi, o Tirsi?
e tu, tu che m’ancidi,
se’ tu che per me poi
brami cotanto di morire? addunque
non basta al mio tormento
la tua ’mpietل, s’ancora
con la pietate incrudelir non tenti?
Finta pietate, finti
sospir, ben li conosco;
finte lagrime, finto
dolor, finto desire: e pur non posso
patir, quantunque finto, il tuo dolore:
de la tua morte solo,
solo il nome io pavento.
Taci dunque, e tu vivi,
ch’hai ben chi per te muora.
Tu vivi pur, e ’n pace
goditi lieto i tuoi novelli amori,
ove se ti die campo
la mia creduta, e forse
ancor bramata, morte,
non vo’ che la mia vita
le tue colpe n’accusi,
le tue gioie ne turbi.
Morrommi: or ti rallegra;
morrٍ, e priego il cielo
che ’ncontra te non armi
G. BoNARثLLi, Filli di Stiro.