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74 | galeana salvioli |
Ma lo splendore di tal grado in allora di soverchio potere ,
e per la prima volta non salito da chi in Roma stessa nascendo
traeva a particolar requisito un nome fatto celebre e po
tente dagli avi, lungi dall'abbacinare la mente del Bran
caleone, già illustre (2) „ per grandezza d'animo, per
severità di costume , e per fama d'incorruttibile equità
lo rendeva accorto di quanto fosse malagevole disimpe
gnarne gli attributi ove gli animi ondeggiavano in continuo
sossulto , spesso dall'egoismo prodotto , e spesso da mero
desiderio di novità ; che per quanto la storia civile di Roma
taccia intorno quell'epoca , null' ostante questo e quello
storico ci lascia dedurre che molti vi si dicevano Guelfi,
forse soltanto per mantenere e feudi e possanza, come se
alcuno vi parteggiava per lo Svevo Federico , non era per
ignoranza dei certi danni che sempre arreca lo straniero;
per cui Brancaleone ricusava il Senatorato qualora i Romani non acconsentissero rivestirnelo per un triennio conautorità illimitata , e di più inviare a Bologna riguardevoli
ostaggi , atti a garantirlo dall'odio di qualche potente , nel
caso gli portasse guerra per la imparziale giustizia che
prefiggevasi ministrare. Si opponevano per altro a tali ri
chieste gli statuti di Roma , ed altresi vietavano ai rettori
delle città di addurre seco loro le mogli ; ma tanto ripro
metteva la virtù di Andalò , che in tutto fu appagato , e
Galeana , detta la Senatrice (3) ebbe in assegno due mila
e duecento lire di bolognini per corredarsi col lusso corrispondente alla dignità del marito.
Ma quasichè la sposa del grand' uomo sdegnasse partecipare agli onori non per anco acquistati dalle proprie azioni , rinunciò pel momento alla soddisfazione di essere compagna del ben amato consorte , che recavasi alla città regina con gran fasto e corteo ( 4) ; e volle restare in Bologna