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58 DONNA VITTORIA


l’alto grado di lui, rimase direttamente al Gran Sultano, che lo fece racchiudere nelle sette Torri. Saputasi dalla madre sua la dolorosa catastrofe, non si può dire, s’ella più agisse, o più orasse; giacchè egli è vero che ricorse di subito alla stretta amicizia che legavala con la celebre madama di Maintenon ( 5) acciò inducesse Luigi XIV ad interessarsi col Gran Signore per la liberazione del figlio, e che i buoni uffici di quel monarca riescendo infruttuosi, si rivolse Ella al Re di Polonia, e infine al medesimo Sultano; ma è impossibile noverare e descrivere le opere di pietà d’ogni sorta, con le quali intendeva chiedere a Dio la libertà pel caro figlio suo. La Dio mercè, dopo quattro anni il giovinetto marchese fu tolto dalle mani di que’ barbari (6), e allora la pia matrona volse gli atti di preghiera in non meno fervidi atti di ringraziamenti al Dator d’ogni bene.

Il re e la regina d’Inghilterra avevano fregiata questa eroina dei titoli di contessa d’Almond di Pari di Scozia, e scrivendole la onoravano del titolo di„ Cugina,, ( onori tutti a tutta la famiglia Davia partecipati e conservati ), per cui ella non azzardava chiedere il permesso di assentarsi qualche poco dalla corte, sebbene molto desiderasse arrecarsi in seno alla famiglia; ma allorquando il Senatore suo marito le manifestó con una lettera vivo desi derio di rivederla, la saggia moglie, calcolando quest in vito come un comando, supplicò la sua padrona le permettesse compiere anco a questo sacro dovere: e la regina dovè concederglielo, riportando promessa sarebbe tornata a Lei.

Gli elogi della gran Dama echeggiavano ovunque, di modo che le corti di Torino, di Parma e di Modena ne festeggiarono splendidamente il di lei passaggio; ma Bologna ebbe campo persuadersi che quanto di essa dicevasi