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66 DONNA VITTORIA


svegliata ne’ cortigiani di Luigi XIV tale gelosia, ch ’ essi credettero non potersi più dire i soli favoriti, finchè senti vano decantare di Lei l’ingegno, la forza d’animo, la illi batezza de’ costumi, e sopra tutto, unita al disinteressato attaccamento per la bandita Stuarda, la rispettosa schiettezza, con che consigliavala. Si direbbe che esaminando que’ grandi il loro cuore, ne scontrassero troppo deciso contrap posto! Il fatto fu, che trovando eglino la Marchesa Davia incolpabile sott’ogni aspetto, divisarono far credere al re, ch’ella non poteva nutrire se non sentimenti ostili per la corte di Francia, sendo nata in una famiglia tutta ligia alla casa d’Austria, e le assegnarono quasi a colpa la strelta sua parentela con il maresciallo Montecuccoli competitore distinto del loro Turrenna, il titolo di nipote che la univa al maresciallo dell’Impero conte Enea Caprara, e di più, il vincolo suo di cognata coll’Internunzio di Brusselles, Abate Davia Prelato distintissimo, del cui zelo pel Ponte fice n’ebbe a temere la Francia. Insomma nulla si risparmiava dai scaltri, per indurre il re ad ordinarle evadesse dallo stato. Appena però tai maneggi furono noti alla regina d’Inghilterra, conscia com’era del benigno ingegno della fida sua dama, la giustificò prima con ogni calore, poi se ne rese mallevadrice ella stessa presso il re cristianissimo: e forse sarebbe svanito ogni mal umore se un’altra circostanza non avesse contribuito a prolungarlo. Il re di Francia aveva ordinato al sig. di Saint Olon di guardare a vista il Cardinale Angelo Ranuzzi (4) da Bologna, perchè essendo in qualità di Nunzio incaricato dal Pontefice Innocenzo XI di trattare con S. Maestà l’affare delle Regalie, l’Eminentissimo Principe non piegavasi al volere di Luigi XIV. Or la Marchesa Davia portatasi ad ossequiare il Cardinale, con cittadino e conoscente, lo trovò guardato dal cavaliere del