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MONTECUCCOLI DAVIA | 55 |
si perdino nelle avversità gli amici, che anzi le sventure
nostre li rendono più a noi affezionati, ma soltanto ci la
sciano coloro che in noi amavano il rango nostro, o l’utile
proprio, e questi, conosciuti prima, noi avremmo paventato, e sdegnato appressarli. Ed infine può sempre rinvenirsi felicità, ove non è rimorso, dunque conviene sperare
conseguirla» per quanto lice su la terra da quel Dio
che tutto fa per nostro bene. Passato quel tragitto di mare,
non senza tema di essere inseguita dagli eretici, Sua Maestà
posando piede in Cales, gridò ad alta voce, Iddio sia lo dato
e dopo aver generosamente compensato il capitano
del Fact, si avviò alla chiesa de’ Cappuccini ad ascoltarvi
la messa, volendo vicino a sè ne’ balaustri Donna Vittoria,
ricusando fra esse qualsifosse distinzione. E se da questo
momento cessarono alcun poco i timori della profuga corona
ta per veder in salvo il figlio e se stessa, anco per trovarsi
in una terra, che a mano a mano più in essa s’inoltrava
vedeva prodigati onori e riguardi alla reale sua persona,
dal che poteva conoscere quant’era a ripromettersi da Lui
gi XIV. alleato dello Stuard; Donna Vittoria ancora, unica,
indivisibile compagna di carrozza della Maestà Sua, ebbe il
contento veder giugnere in Boulogne di Piccardia, forier
del non lontano arrivo del Monarca Inglese, il fratello suo,
quale dopo gentile rimprovero perchè era fuggita da Lon
dra senza fargliene cenno, si rallegrò seco lei della maschia
sua generosità.
La corte Brittanica dell’esule Sire, stabilita a s. Germano dal re de’ Francesi, godeva di tutte le dimostrazioni proprie di quel regnante, di quel secolo, di quella nazione; quando solo per Donna Vittoria si mostrò un orizzonte poco sereno. L’amorevolezza e gli onori con cui era stata ac colta in Francia la salvatrice del piccolo Stuard, avevano