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52 DONNA VITTORIA


di portarsi in Londra con il proprio fratello Marchese Raimondo Montecuccoli, da dove si sarebbero tolti entrambi, appena Sua Maestà fosse alquanto tranquilla: condiscese la pia signora ed immersa nell’afflizione parti.

La nostra matrona e fratello, nello sbarcare al porto di Dover furono incontrati dalle genti della regina, colà spedite accið li scortassero fino a Londra: quivi la Sovrana: dopo le più tenere espansioni di gioja alla vista della sua fedele, ordinò tosto venisse a questa mostrato il reale suo figlio, avuto da sei mesi (3) partecipandole con rammarico, come il partito avverso al re avesse osato dirlo un figliuolo supposto. La Maestà Vostra, disse la dama, perdonerà, sono certa, agl’infelici ch’ebbero duopo ricorrere a questa supposizione, come uno di que’ pretesti che i perversi vanno mendicando per adonestare agli occhi degli altri le perfide loro azioni; non meno che onde far tacere, se fosse possibile; i rimorsi co’ quali il padre celeste cerca richiamare alla virtù i colpevoli: Maestà, la miseria loro non merita compas sione? Oh si! disse la regina, e per amor vostro, fo anco di più, io gli perdono, e pregherò per essi; quindi, venite le disse, e la presentó Ella stessa al Monarca, che Donna Vittoria ebbe il conforto trovare ognor più costante nel cattolicismo, e pronto seguire le orme della bisavola sua, che abbandonò la corona di Scozia, ma non la religione degli avi.

Era questo lo stesso punto in cui il re disingannato, riconosceva per capitale nemico il principe di Orange, suo genero; quale temendo dichiararsi apertamente usurpatore del diritto degli Stuard, presentavasi all’Inghilterra a mano armata, come sostenitore della religione Anglicana, avendo con sediziose voci sollevata la nazione, guadagnato ogni partito, corrotte le truppe: Giacomo tradito dal proprio