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la sventurata Eroina, e quanto aveva cooperato a suo vantaggio; e rampognandosi non averla riscossa ad ogni costo da chi la volle morta, fece innalzare su la piazza, ov’ebbe supplizio, su alto piedistallo bellissima croce di bronzo dorato in onore di lei.

Ma se a questo monumento, come trofeo eretto per la magnanima donna, Carlo affidò scolparlo d’ingratitudine presso interminabile posterità, il di lui figlio Lodovico, salito che fu al trono, per contrassegno di riconoscenza alla memoria della ricuperatrice d’Orleans sebbene fossero scorsi molti anni dachè subita aveva la ingiusta sentenza si rivolse alla Santa Sede accið se ne rivedesse il processo. La Chiesa ne commise l’incarico all’Arcivescovo di Reims, ai Vescovi di Parigi e di Coutances, ed al Cardinale di Estouteville; quali animati da quel santo zelo, tutto proprio di chi ogni suo pensiero tien fisso perchè la nostra religione nel netto suo splendore sempre riſulga, non ommesse le più accurate indagini, non severi esami in ogni ceto di persone, non scrupolose confutazioni, dichiararono iniquo ed empio e pieno d’imposture il processo che aveva condannata Giovanna; per cui venne questo lacerato ed arso, e per rintegrarne le memorie di lei, e ripararne l’onore, furono fatte due solenni processioni, una nel luogo della condanna, l’altra sul terreno del suo supplizio, infine pubblicato il riconoscimento di sua innocenza per tutto il regno: e la città che la vide ardere, onorò poi a lungo l’effigie di questa Eroina in una statua che ad onoranza sua venne quivi eretta.

Molte penne sacrarono i loro scritti a ricordare la straordinaria donna, e due dei più brevi componimenti poetici qui si trasmettono.