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detta pulcella d'orleans 25

essersi avvezzata al maneggio de cavalli con coraggio, forza e disinvoltura virile, null’altro eravi nella giovane di rimarchevole se non molta pietà, e illibatezza ne’ co stumi.

Cresciuta di carattere riflessivo e fermo, ponderava Giovanna gli accenti di compianto da ognuno tributato al la calamitosa situazione della Francia. Al pari di ogni buon francese (fosse grande magnate, o abbietto garzone ) sen tiva ella il più vivo interesse per Carlo VII. riconoscendolo legittimo sovrano della Monarchia ch’egli aveva giurato difendere, o per meglio dire riacquistare, sin quando il padre suo Carlo VI. avevala debolmente ceduta all’Inghilterra. Udiva essere in mano de’ nemici e Parigi, e tante altre interessanti città. Udiva quanto quella d’Orleans fosse stret ta d’assedio, come intercetti ne venissero i viveri; ne ar gomentava al cedere di essa la decisa caduta del suo Sovrano, al quale ella non ignorava, essere stato duopo dei savi e forti consigli di Maria d’Angiò sua sposa, onde determinarlo a contrastare all’inimico persino l’ultima pie tra di quella piazza, la di cui posizione, chiave rendeva la del suo Reame.

Tutto affollavasi alla mente della nuova Giuditta: quin di fatta più taciturna (qualità distintiva di chi macchina gran di cose ) a Dio ſervidamente rivolta, in esso posando ogni fiducia, sino a credere la inspirasse, ed eletta l’avesse alla grand’opera, si decise seguire il veementissimo impulso, di correre in difesa della monarchia: e chetamente fuggis sene a Vaucouleurs.

A questo primo straordinario passo di sua vita, èè ne gli storici più generale opinione che non sedicenne, ma ol trepassato avesse Giovanna il quinto lustro;3 e ciò posto, come più verisimile, riesce di maggior gloria alla intrepida


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