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per molti secoli quelle accennate, e che positivamente sono riconosciute sue. Ella morì il 24 Febbraio 1530, e Giorgio Vasari scrisse „finalmente alla povera innamorata giovane1 tutto riescì perfettamente„. Trovandosi in Bologna il Pontefice Clemente VII che, seguendo (può dirsi) l’uso Mediceo protesse e onorò le belle arti; non fu distolto dalla clamorosissima circostanza della incoronazione di Carlo V. di chiedere della famigerata Properziav de’ Rossi, e restò dolente quando sentì rispondersi — è in Chiesa che le si rendono gli onori funebri. —

I Bolognesi che la ritenevano come un miracolo della natura, bagnarono di lagrime il di Lei sepolcro, quale a seconda della estrema sua volontà fu nello spedale della morte.

Vincenzo di Bonaccorso Pitti fece il seguente epitaffio

Fero splendor di due begli occhi accrebbe
Già marmi a marmi; e stupor nuovo e strano
Ruvidi marmi delicata mano
Fea dianzi vivi, ahi! morte invidia n’ebbe.

  1. Il Vasari non l’avrebbe compianta in questi termini all’epoca della sua morte s’Ella avesse di molto oltrepassati i trentacinque anni; ecco dunque perché si può credere mala allo spirare del quatordicesimo secolo.