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DE' ROSSI 15


unite la solidità alla eleganza, e che que' medesimi artefici rendevano a mano a mano più nobili e adorne con l'opera de’ loro scalpelli.

Nè di maggior eccitamento vi fu duopo per destare nella nostra penisola emulazione lodevole, quale valse a onorare Iddio , ravvivare gl'ingegni, saggiamente procurare lucro al popolo, togliendolo in tal guisa dalla inerzia, sorgente fatale del vizio e della inopia, e col decorare la patria, renderla nuovamente ricca di que’ trionfi dell'arte che mossero sempre e muovono a invidia ogni oltramontano. Allora ( quantunque per viste diverse ) pareva mirassero tutti a uno scopo solo, e il grande di potenza e il grande d'ingegno, che quanto agognava l' uno mostrare la possanza, la magnificenza sua nell'animare le arti, l'altro con alterezza non meno nobile anelava lo proclamassero artista i parti della sua mente , cui destinava a ridonare gloria non peritura alla nativa sua terra, e renderla madre di ben ragionate scuole.

Mercè dunque tal gara l'architettura era già riposta su l' alto suo seggio fra il XIII e il XIV secolo, epoca che del pari non anderebbe forse da ogni dotto citata, se malgrado lo strano accozzamento di virtù e di crudeltà, ogni corte non fosse stata tanto sollerte nello acquistare codici preziosi coll' animare allo studio le menti , onorando altamente que' divini poeti e prosatori, le di cui opere scuotendo gl'ingegni, impegnarono seguirli con felice risultato si il forte che il gentil sesso. Ma ecco intorno la stessa età dare anco la scoltura nuova prova di che possa lo esempio, come cooperino le circostanze. Volevasi decorare gli eretti templi. La pittura deperita non meno delle altre arti non bastava all'uopo. Si esaminarono i marni recenti con i pochi antichi rimasti: spiravano i primi