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170 | ANNA MORANDI |
per riconoscenza rendeva eterne grazie alla donna, che
scuotendolo dalla desidia >, avevalo salvato dall’annichila
mento, e riscattato dall’umiliazione. Inoltre ella vide in
un colle opere del marito esposte le sue, e come tali
indicate e ammirate; le quali passate quindi a severa esa
mina, dai più dotti anatomici, e dai più esperti artisti,
vennero levate a cielo per la profonda dottrina in esse
spiegate e per la squisita finitezza del lavoro.
Le lodi tributate ad Anna essendo ben diverse da quelle che pari alle deboli canne presto si svelgono dal fango ove senza radice si estolgono, le furono arra dell’alta fama a cui doveva salire. D’allora innanzi riverita e stimata quale artista distinta, venivano commesse alla sua perizia in quell’arte interessantissime operazioni. Il celebre Dottore Galli, che in propria casa teneva scuola di ostitricia affidolle bentosto l’incarico di figurare in creta cotta tutte le più difficoltose circostanze dei parti. Conosciuta non solo eccellente per esecuzione ma pur anco egregia scienziala, moltissimi erano gli studenti, che accorrevano alle lezioni di lei. Superiore per cognizione agli anatomici in quella età più distinti, diligente ed esatta nel «dimostrare con» le regole della teorica e della pratica quale sia il mira» bile ordine della natura col corpo umano, e quale la» formazione ed il collocamento delle ossa, dei nervi, e» degli altri legami nelle diverse specie degli altri ani» mali» espositrice ordinata, modesta e sicura, dotta, chiara, ed elegante, instruiva e dilettava. A lei non mancava il suffragio dei più grandi ingegni italiani, nè l’omaggio d’ogni distinto personaggio straniero, che transitando da Bologna e nel sno studio visitandola, forse suo malgrado, doveva celebrare la Manzolini per la più mirabile donna d’Europa: Giuseppe II, che la visitò, colmolla di lodi e fecele ricchi presenti.