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DA BOLOGNA 155


della disciplina, e che spesso un troppo rigoroso digiuno vieppiù abbatteva la quasi sempre mal ferma sua salute; ma non è men certo che infaticabile prestavasi al disim pegno di molti uffici, accettandone molti per umiltà, altri per obbedienza, ed altri ancora per avere il vanto servire le spose del suo signore. „ E ciò diceva essa di non bastava a quel cuore che tutta in sè non vedeva circoscritta l’umanità che voleva salva in Dio; pel quale, a lei, nulla sembrava il tributo del solo suo affetto perchè avrebbe bramato presentargli tutti gli spiriti infiammati di amor divino, onde fosse glorificato il Creatore salva l’opera sua prediletta. Ma inoltre, maestra alle. novizie, ella era sollecita ad iniziarle nei doveri del novello stato; esortarle alla penitenza; consigliarle alla carità, alla riser vatezza, alla sommissione, ed ad ogni altra virtù. Intenta era mai sempre ad inspirar loro nell’animo la sola, l'assoluta volontà di piacere a Dio; e nel tempo istesso, tutta indulgenza, compassionava di esse le non virtuose tendenze, insegnava loro a schermirsi da’mali pensieri; e ne pasceva gli intelletti delle sante massime, di cui a dovizia si era dessa munita con la lettura di libri spirituali: infine a quella detlava con nitido stile sani precetti a regole salutari, che, a non trascendere dalla prescritta brevità, si ommettono. Spinta dal desiderio di giovare eziandio alle novizie che fossero entrate in appresso, compose l’Opuscolo = Delle Sette Armi neccessarie alla battaglia Spirituale. = Intorno al qual lavoro, a prova della somma suo modestia si dirà, che gelosamente lo nascose sotto la copertura a cuoio di una seggiola, quindi per meglio assicurarsi che non venisse a cognizione di alcuno, e ne avesse ella da riportarne lodi, lo abbrucid. Prevalendo poi in quell’animo Santo, il timore della Divina riprensione, se taceva quello