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BERTANA 143


pretesto essere impossibile di revocare gli scritti già da essi ovunque sparsi, i quali quanto lo sfrenato orgoglio attestavano anche l’ingegno sublime che li aveva dettati, respinsero i di lei consigli, e resero inefficace ogni suo tentativo. Non fu dunque Lucia in questa impresa più for tunata, di quello lo fosse il Duca di Ferrara Alfonso II, e lo fossero molti porporati, e tanti insigni personaggi che a pacificare quegli spiriti irritati, s’interposero; però si ebbe ancor’essa il vanto di averlo tentato, e tentato con tanta alacrità.

Ella morì nel 1567 in Roma, ove ognuno ne apprez zava il merito ‫و‬, il peregrino ingegno, e dove molti dotti la decantavano.... della bella scuola - Di quel Signor dell’altissimo canto - Che sovra gli altri com’aquila vola. Le sue spoglie furono deposte nella chiesa di S. Sabina in magnifico mausoleo di marmo, su cui il consorte suo a tramandare ai posteri degna memoria di cotal donna, fece scolpire bellissima effige, e narrare le di lei doti singolari. in breve ma eloquente e patetica iscrizione. Oltre l’amore dei congiunti, anche l’ammirazione dei dotti le consecrò monumenti da eternare la sua fama; varie medaglie vide l’Italia coniate in onore di lei; ed i musei Trombelli, Mazzucchelli e l’Istituto di Bologna ne conservano una di bel conio, portando a dritta la sua effige in mezzo busto, e la leggenda Lucia Bertana, a rovescio, le grazie che spargono fiori e dei puttini che li raccolgono, col motto Nullo Largius.

Italiane gentili! chi di voi si ebbe dal cielo scintilla poetica, siegua questa eccelsa rimatrice (8); chi nelle umane lettere fu diretta si formi alle sue prose; ma sopra tutto ad ognuna di voi stia a cuore d’imitare la prudenza, il candore, l’ottima indole, le nobili azioni di Lucia Bertana.