queste sieno imprese che non abbiano rispondenza con la
grandezza, bontà e bellezza dell’animo suo, e manco le
siano da dare, e da levare riputazione alcuna; perciocchè
quando il Castelvetro avesse detto tutto quello che sapesse
di V. S. non le leveria per questo, che non fosse quello
onorato e caro al mondo ch’egli è. E quando dall’altra
parte V. S. avesse detto del Castelvetro tutto quello che sa
pesse non ne riporteria più lode che tanto, e metteria tempo in dir cosa contraria alla sua dolcissima natura. Però
desidererei che V. S. si contentasse di comandarmi che io
vedessi di accomodare questa differenza con soddisfazione
delle parti, parendomi che questa non sia per essere cosa
impossibile da fare, poichè ad Aristotile ed a molti altri,
non meno che v ’ abbiate fatte l’uno all’altro, sono state
fatte opposizioni; nè per questo è avvenuto che non siano
grandi ed onorati scrittori; e tanto più io potrei forse sperare di ridurre ancora il Castelvetro, con tutte le sue opposizioni a salvare ancora le ragioni di V. $. ed all’incontro indurre lei a fare il medesimo; in che dimostreria
la felicità dell’uno e dell’altro ingegno
Nè si sdegnerà V. S. del mezzo mio, perch’io sia donna; che anco
le donne, come sa, hanno spente le guerre accese, e fatti
i nemici amici.» Riuscì questa lettera di sommo gradimento al Caro, e non esitò a dimostrarlo rispondendo a
Lucia — «Vorrei ch’ella mi credesse, ch’io mi tengo più
contento e più pregiato d’esser fatto degno da lei della
sua grazia, che di qualsivoglia altro acquisto che in questo tempo mi potesse avvenire. E dalla lettera ch’ella mi
scrive io mi sono tanto sentito commuovere quanto da
nessun’altra mai; sì perchè la bontà, la prudenza e l’amorevolezza con cui si vede scritta, possono ordinariamente persuadere ognuno, come perchè mi ha trovato