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BERTANA 139


l’epigrafe impressa sul marmo che rinserra le di lei ce neri.

Ma che dire del valore poetico di questa illustre don na, le di cui composizioni anche al di d’oggi si cercano, si leggono, si hanno in pregio? Ecco ciò che scriveva il Maffei sul di lei conto (6) «Veronica Gambara emulò le glorie della Colonna» dall’Ariosto onorata con questi versi:»

Quest’una ha non pur sè fatta immortale
Col dolce stil di che il miglior non odo,
Ma può qualunque di cui parli, o scriva
Trar dal sepolcro e far ch ’ eterno viva.

» Dietro Veronica Gambara (riprende il Maffei) segue a un’altra schiera di donne letterate, il cui nome suona» assai chiaro negli annali delle lettere italiane..... ma» nessuna di queste fu celebre al pari di Lucia Bertana.» E come lo storico dell’italiana letteratura colloca Lucia terza fra le donne di cotanto senno, del pari in tal pregio se la ebbe l’eletta schiera dei cinquecentisti, che richie devanla di verdi fiori poetici per ogni scelta raccolta che in que’ di s’imprimesse (7); non isdegnando vari di quei celebri letterati, e segnatamente Vincenzo Martelli di dirigerle spesso sonetti, odi ed altre simili composizioni, per provocarla a rispondere in rima; perchè quanto più si conosce il vero bello, tanto più si ammira, s’estima e gusta.

Ella non era solamente eccellente in rima, chè in prosa era dotta, elegante, valente; cultrice della musica, studiosa di astrologia, e nel trattare il pennello atta a distinguersi assai. Quanto alto l’ingegno, altrettanto ebbe dessa bellissimo lo aspetto ed ottimo il cuore; e diedene tal prova, che, sebbene riuscisse infruttuosa, le guadagnò