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SIRANI 121


nel satirizzare il vizio, altrettanto era sagace e pronta a lodare col suo pennello le virtù1; trascriveremo un altro paragrafo di detto elenco di data anteriore. «Anno 1654. A dì 13 Maggio fu in casa nostra il Serenissimo Cosimo» gran Principe di Toscana a vedere le mie pitture, ed io in sua presenza lavorai in un quadro, del Sig. Principe Leopoldo suo Zio, la Giustizia assistita dalla Carità e dalla Prudenza, abbozzandovi sollecitamente un puttino allattato dalla Carità. Mi ordinò ancora una Beata Vergine, che subito io feci col Bambino che le siede in» grembo.»

Le pitture della Sirani erano già in grande stima per tutta Italia, avendone Roma, Genova, Firenze, Parma, Mantova, Modena, Reggio, e tante e tante altre città; tutte le grandi famiglie della sua patria ne mostravano con orgoglio; il suo maestro di musica, il medico di sua famiglia, e gli amici suoi guardavano con devota ricono scenza vari ’pegni d’amicizia creati da pennello sì grani de; già si lodavano i suoi lavori in varie corti oltramon tane;; il petto della giovane artista già brillava di una croce con cinquantasei grossi diamanti, donatale oltre convenuto compenso per un dipinto eseguito d’ordine del Principe Leopoldo, figlio dell’Imperator Ferdinando III. La Imperatrice Eleonora, vedova di quest’ultimo, già aveale ordinata una gran tela, quando un gagliardo dolore allo stomaco, che da qualche mese tratto tratto leggermente l’assaliva, in meno di 24 ore la ridusse agli stremi; e non appena ricevuti i soccorsi di nostra Religione spirò il giorno 28 agosto del 1665 in giorno di venerdì, come pure in tal giorno era nata.

La morte in compendio di questa donzella, che alla slanciata figura univa un’apparente robustezza, e