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118 ELISABETTA


ed altre giovanette alla pittura: ed intanto veniva ritratta sua madre, e l’allieva Ginevra Pantofoli; Parma si aveva una tavola con S. Gregorio Papa, S. Ignazio, e S. Francesco Xaverio, il Comune di Trafrasso riceveva un dipinto con la Beata Vergine, S. Martino, S. Rocco, e S. Antonio da Padova; Mantova esponeva nel Duomo il quadro dei diecimila Martiri; in Bologna si ammirava un’Immagine di Maria con S. Gioseffo ed altri Santi; lo scultore Agnesino mostrava un Rame su cui eravi dipinto il tradimento della bella Dalida allo innamorato Sansone; varie tavole incise all’acqua forte si dicevan di pregio raro..... e tutto ciò era lavoro, e squisito lavoro di una fanciulla non per anco diciottenne! La quale non pittrice soltanto; ma che, accesa di nobile ardore per ogni gentil disciplina, occupavasi a formare mille varietà di bei caratteri scrivendo leggiadramente,, (7); coltivava la musica, modulando la sua voce con molta grazia su l’Arpa. Essa quanto piena di senno, e mirabile pel suo ingegno, adorabile si era pei modi umani, gentili, cordiali. Conforto di un genitore infermiccio, e a lui di sollievo depositando in sua mano ogni ricavato del proprio lavoro: compiacenza di una povera madre colpita da paralisi, alla quale faceva dono del frutto di qualche dipinto che a tal uopo nascostamente faceva; tenera per le due sorelle e pel fratello suo; amica degli amici; vera guida delle sue allieve; padrona indulgente e amorevole ( 8) ed umana: e ( quasichè ella sola avesse voluto smentire l’opinione che la donna data alle lettere e alle arti è inatta alle domestiche cose ) sollecita sin dal primo mattino (9) attenta ella era e prestavasi a tutto. Pareva dicesse: mirate come le alte occupazioni hanno elevati i miei sentimenti; osservate quanto sia gelosa di mia onestà; e come sono presa del ministero di donna; che sebbene non