Pagina:Bonafede - Cenni biografici e ritratti d'insigni donne bolognesi.pdf/147


SIRANI 117


ricchi doni, e ricerche di nobili sponsali, e ( 5) perfino principesche onorificenze si ebbe. Di diverso avviso del Si rani si fu per altro il saggio Conte Canonico Malvasia, che con la sua Felsina Pittrice diede prove bastanti dell’amore e del gusto che aveva per le belle arti; questi appena ebbe osservato ciò che a caso tracciava la bambina, da estima tore ed amico vero del probo pittore lo indusse a dedicarla al disegno, persuadendolo ch’egli come padre non do veva soffocare il genio che si possente mostravasi nella figlia; e che poi come artista gli correva obbligo di prestarle mano, acciò si elevasse, e non venisse defraudata la pittura di novelli vanti, in causa del pregiudizio che condanna il gentil sesso a non trattare che la rocca e il fuso. Nè il degno Signore si appose al vero; perchè la sua pro tetta ammaestrata al dipingere dal proprio genitore, di do dici anni fu in istato di ritrar questo con molta proprietà, e buona condotta. Quindi animosa proseguendo, non vi ſu studio atto a premunirla di cognizioni utili all’arte, nè esercizio che valesse a perfezionare la già mirabile destrezza di sua mano alla matita, che da lei non fosse con ansia coltivato. Ella mirando ad animare grandi tele attese ad erudirsi nella sacra e nella profana storia, non meno che nella mitologia, perchè la vivace sua immaginativa si educasse al giusto ed al vero, onde un giorno non fosse tratta da inconsiderato slancio in quei vasti campi, i quali ubertosi di soggetti e d’idee mancano di quella realtà che è dono esclusivo della conoscenza degli usi, delle leggi, dei tempi. Ammiratrice del merito che il padre suo aveva nello incidere ad acqua forte, vi si applicò con si felice successo che ne stupirono i più eccellenti (6). Del lavoro in Plastica non volle essere digiuna. Niuna maestra fu mai più di lei premurosa ed attenta nel ben dirigere le minori sue sorelle,