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116 | elisabetta |
essa a quel tempo senza competitore quel solo Urbinate,
che forse mai non l' ebbe , il quale però altamente stimava
ed ammirava il nuovo Capo -scuola bolognese. Infine di quel
la , che da quasi tre secoli è la scuola pittorica di tutta
„ Italia , (4) , a tanto grado elevandola quei Caracci che
da tutti i più valenti trassero il meglio , per insegnarlo nella
loro accademia degl' Incamminati , donde usci un Domeni
chino , un Guido , un Albani , i quali , col martirio di S. Agne
se, colla strage degl' Innocenti , e coll' Annunziata mo
strano quanto favorisse lo slancio del loro ingegno il non
avergli preclusa la via che bramava battere ; quanto le sane
critiche maturassero la ragione , quanto una giusta imita
zione li facesse padroni del bello originale ; quanto li ren
desse attivi quella specie di concorso che vi si faceva per
riportare avvisi o premi dal gran Lodovico : della cui arte
qual vero trionfo , e qual compendio di ogni bello basti
citare il Chiostro di S. Michele in Bosco.
Mentre dunque di tutte queste Opere risuonava si viva lode per tutta Europa, nacque in Bologna li 8 Gennaio del 1638 Elisabetta figlia primogenita a Gian -Andrea Sirani ed a Margherita Masina. Come sempre avviene in ogni es sere vivente, che le predominanti tendenze nelle prime spontanee occupazioni si appalesano , così la picciolissima Elisabetta spiegò ben presto molto trasporto e disposizione al disegno. Il padre valente pittore nell'osservare ciò che per giuoco essa andava lineando , se ne compiacque e sorrise , ma era ben alieno dal lasciarsi sedurre dal pensiero di appli care una fanciulla alla pittura , quantunque avrebbe dovuto lusingarlo l'esempio di tante altre pittrici, e sopra tutti quello, allora recentissimo della concittadina Lavinia Fontana, alla quale i pennelli procurarono distintissimi onori in patria, che in Roma ſu dichiarata Pittrice di Gregorio XIII, che