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lavoro, il Canonico Filippo Schiassi, col sorprendente bo lognese Poliglota del secolo, la dissero di maggior valentia nel greco che lo stesso Aponte, e Vincenzo Monti non si stette muto di lei.

Ma la dimostrazione che apportò maggior contento alla esimia Tambroni fu di vedersi nel 1794 eletta dal Senato bolognese a rimpiazzare il suo maestro Aponte che dalla Cattedra elementare di lingua Greca, era passato al più elevato seggio di quella letteratura. Compresa la singolare donna del grande ministero che venivale affidato, non pensò che a degnamente disimpegnarlo e conscia di quanto dipende dai primi insegnamenti che la strada degli ardui studi riesca meno scabrosa agli alunni, e quanto valga la chiarezza nel comunicare, l’ordine nello esporre, la dolce ragionevolezza nel persuadere, perchè in essi studi la gioventù con piacere s’innoltri; ella, nulla ometteva onde spianate e nette riescissero le lezioni che dovevano ben impri mersi in quelle menti, non affastellarle. E a tutto ciò felicemente contribuiva la profonda erudizione non meno che l’aureo cuore, e l’animo schietto della maestra; la quale al gentile aspetto univa voce aggradevole, libero gesto, e favellare che inspirava fiducia . Ma (pare) per vicissitudini di stato nel 1797 fu dal suo posto rimossa, e l’anno susseguente noi la vediamo passare per Parma, ove il dotto Ramiro Tonani, a ricordanza di essersi colà soffermata donna di sì alto ingegno, compose, per unire aa libro di cui preşentolla,, una nobilissima inscrizione, ch’ebbe in concambio da Lei squisito Epitalamio greco. Quindi Ella segui nelle Spagne il vec chio Aponte; chè alla pietosa e riconoscente Clotilde non resse mai il cuore di abbandonare l’uomo, alla cui dottrina e alle cui premure protestava in iscritto non meno che a voce di andar debitrice d’ogni suo sapere; cosicchè dopo